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Lo smart working è una modalità di lavoro che prevede la possibilità di svolgere le proprie attività da remoto, limitando vincoli di spazio e tempo, grazie all’utilizzo delle tecnologie digitali.
Tale forma innovativa di lavoro ha conosciuto una forte diffusione durante l’emergenza sanitaria causata dal covid-19, che ha costretto molte aziende a ricorrere allo smart working per garantire la continuità operativa e la sicurezza dei propri dipendenti.
Ma quali sono stati i benefici dello smart working durante la pandemia e quali saranno le sue prospettive dopo la fine dell’emergenza? In questo articolo cercheremo di rispondere a queste domande, analizzando l’evoluzione dello smart working da emergenza lavorativa a consuetudine professionale.
Lo smart working durante il covid-19
L’epidemia di covid-19 ha rappresentato una sfida senza precedenti per il mondo del lavoro, che ha dovuto adattarsi rapidamente a una situazione di crisi e di incertezza. Lo smart working si è rivelato uno strumento fondamentale per permettere alle aziende di continuare a operare in condizioni di sicurezza, riducendo al minimo gli spostamenti e i contatti fisici tra i lavoratori. Secondo i dati dell’Istat, nel 2020 il 31,6% dei lavoratori dipendenti ha svolto almeno in parte la propria attività in modalità agile, con un incremento del 18,4% rispetto al 2019.
Lo smart working ha portato diversi benefici sia per le aziende che per i lavoratori, tra cui:
– flessibilità e autonomia nella gestione del tempo e delle attività lavorative, con una riduzione degli orari rigidi e delle pause obbligatorie.
– Miglioramento della produttività e della qualità del lavoro, grazie a una maggiore concentrazione e a una minore interruzione da parte di fattori esterni.
– Riduzione dei costi e dei consumi legati agli spostamenti, agli uffici e alle attrezzature, con un impatto positivo sull’ambiente e sul bilancio aziendale.
– Miglioramento della conciliazione tra vita lavorativa e vita privata, con una maggiore possibilità di dedicare tempo alla famiglia, agli hobby e al benessere personale.
Pratiche di smart working adottate durante la pandemia hanno contribuito nel costituire un processo di resilienza tecnologica: una capacità di adattamento delle persone a sistemi tecnologici innovativi e forme culturali differenti di relazione, produttività ed esperienze in un contesto di emergenza globale.
Lo smart working dopo il covid-19
Con il progressivo miglioramento della situazione sanitaria e la ripresa delle attività economiche e sociali, lo smart working diventa una pratica organizzativa integrata della nuova normalità. Per trasformarsi in una modalità di lavoro sempre più diffusa e consolidata, esso ha bisogno di essere inserito nella pianificazione aziendale di gestione del lavoro soppesando costi e benefici di tale scelta da parte del management.
Adottare pratiche di smart working significa adoperare metodologie innovative di organizzazione del lavoro per raggiungere determinati obiettivi:
– innovazione e competitività delle aziende, fondamentale per valorizzare le potenzialità delle tecnologie digitali per migliorare i processi e i servizi offerti ai clienti.
– Maggiore soddisfazione e motivazione dei lavoratori, in grado beneficiare di una maggiore autonomia e flessibilità nel lavoro, senza rinunciare alla collaborazione e alla comunicazione con i colleghi.
– Favorire inclusione e diversità nel mondo del lavoro, per consentire l’accesso al mercato del lavoro di persone con esigenze particolari, come i disabili e genitori.
Lo smart working nella post-pandemia si configura come un’opportunità per diversificare le forme organizzative legate alla produttività raggiungendo nuovi obiettivi in grado di conciliare criteri di efficienza aziendale e benessere personale.
Conclusione
Per Dale Consulting, lo smart working è una modalità di lavoro che ha dimostrato di essere efficace in situazioni di emergenza e che necessita di una continuità strategica per essere efficiente in situazioni normali.
Lo smart working offre vantaggi sia per le aziende che per i lavoratori, migliorando la produttività, la qualità, la flessibilità e la conciliazione del lavoro. Un’innovazione di processo di tale portata richiede però anche una serie di requisiti e di buone pratiche per essere svolta al meglio, come la definizione degli obiettivi, la pianificazione delle attività, la comunicazione costante con i colleghi e i superiori, la formazione continua e l’attenzione al benessere fisico e mentale.
In Dale siamo consapevoli che lo smart working è una sfida per il futuro del lavoro. Un’implementazione efficace del lavoro smart richiede una visione strategica e una cultura organizzativa adeguata nel costruire un progetto di sostenibilità aziendale in linea con i valori e i principi del proprio marchio.